Primo Dicembre 1923 - Sito Ratatue

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Primo Dicembre 1923

CD/Canzoni > La Bià del Tép - CD
La canzone ricorda un triste avvenimento che   sconvolse la nostra zona.
La diga del Gleno venne costruita a partire dal luglio 1919 dalla   ditta Viganò di Triuggio. Nel settembre 1920 viene segnalato alla   prefettura di Bergamo che la ditta usa calcina invece di cemento   nella costruzione della diga. Vengono inviati degli ispettori a   raccogliere dei campioni di calce, che però non vengono sottoposti   ad esame. Il 12 agosto 1921 il Genio Civile informa il Ministero che   la costruzione dei sostegni della diga non avviene più con il   sistema a gravità, bensì ad archi. Il 19 giugno 1922 il Ministero   dei Lavori Pubblici ingiunge alla ditta costruttrice l'immediata   presentazione dei progetti di variante dei sostegni da gravità ad   archi multipli. Il 22 ottobre 1923 il bacino si riempie per la prima   volta a causa di forti piogge. Tra ottobre e novembre numerose   perdite d'acqua fuoriescono dalla diga. 1 dicembre del 1923, alle   ore 7.15 la diga crolla. In circa mezz'ora sei milioni di metri cubi   d'acqua, fango e detriti precipitano dal bacino artificiale a circa   1.500 metri di quota fino al lago d'Iseo. Il primo borgo ad essere   colpito è Bueggio. L'enorme massa d'acqua, preceduta da un   terrificante spostamento d'aria, distrugge poi le centrali di Povo e   Valbona, il ponte Formello e il Santuario della Madonnina di Colere.   Raggiunge poi l'abitato di Dezzo, composto dagli agglomerati posti   in territorio di Azzone e in territorio di Colere, che va   praticamente distrutto. Prima di raggiungere l'abitato di Angolo   l'enorme massa d'acqua forma una sorta di lago; a tutt'oggi sono   visibili i segni lasciati dal passaggio dell'acqua nella gola della   via Mala. L'abitato di Angolo rimane praticamente intatto, mentre a   Mazzunno vengono spazzate via la centrale elettrica e il cimitero.   La fiumana discende quindi velocemente verso l'abitato di Gorzone e   prosegue verso Boario e Corna di Darfo, seguendo il corso del   torrente Dezzo e mietendo numerose vittime al suo passaggio.   Quarantacinque minuti dopo il crollo della diga la massa d'acqua   raggiunge il lago d'Iseo. Il 3 dicembre 1923 sono presenti a Darfo a   commemorare le vittime il Re Vittorio Emanuele III e Gabriele   d'Annunzio. Data l'impraticabilità delle strade nessuna autorità può   visitare Angolo Terme e Mazzunno. Il 30 dicembre 1923 il Procuratore   del Re incolpa per omicidio colposo di circa 500 persone i   reponsabili della ditta Viganò ed il progettista ing. Santangelo,   che verranno condannati nel 1927. Verrà poi scontata la pena a soli   2 anni e annullata la multa. I morti furono 356, ma i numeri sono   ancora oggi incerti. Dal processo, che si tenne dal gennaio 1924 al   4 luglio 1927 e si concluse con la condanna del titolare della   società concessionaria e del progettista a tre anni e quattro mesi   di detenzione, emerse che i lavori erano stati eseguiti male (il   titolare della diga fu il vero direttore dei lavori, nonostante non   ne avesse le capacità) ed in economia, che il progetto fu cambiato   più volte in corso d'opera senza adeguati studi e che il controllo   da parte del Genio Civile era stato svolto in modo approssimativo e   superficiale.


Un giorno normale d’inverno
comincia anche questa mattina
un giorno qualunque come tanti altri.

La vita riprende con
i suoi riti scanditi dal tempo,
è quasi Natale, quasi festa.

Ma il mostro al servizio dell’uomo
la diga creata dall’uomo
si sgretola e vomita a valle
un devastante fiume.

Chissà se il guardiano che ha visto
l’inizio di questa tragedia
ha  previsto gli effetti causati,
rendendosi conto di quanto

L’acqua tranquilla raccolta
nell’imponente struttura,
liberandosi da quelle deboli braccia,
discende impietosa.

L’acqua che scende,
violenta e decisa,
inonda la valle,
si spiana la strada,
spezza la vita,
spazza ogni cosa che c’è.

Rimangono detriti e fango
brandelli di vite spezzate
aleggia forte l’odore di morte.

Increduli di fronte a quanto
in un breve e fuggente momento
ha vanificato progetti di vita.

Ma il mostro al servizio dell’uomo
la diga creata dall’uomo
non ha retto mandando a valle
il devastante fiume.

Chissà se il guardiano che ha visto
l’inizio di questa tragedia
ha  previsto gli effetti causati,
rendendosi conto di quanto

L’acqua tranquilla raccolta
nell’imponente struttura,
liberandosi da quelle deboli braccia,
discende impietosa.

L’acqua che è scesa,
violenta e decisa,
ha inondato la valle,
spianando la strada,
spezzando la vita,
spazzando ogni cosa che c’è.
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